Nella puntata di Porta a Porta di giovedì 18 ottobre si è parlato dei miracoli di Lourdes. In studio, ospiti di un Bruno Vespa più curiale che mai, i soliti noti, la solita compagnia di giro i cui nomi in ditta si sarebbero potuti elencare con precisione assoluta ancor prima dell’inizio del programma: Massimo Giletti, benemerito dell’UNITALSI, Vittorio Messori, la Penna di Dio, Claudia Koll, folgorata in desabillè sulla via di Damasco, e Piergiorgio Odifreddi, l’Avvocato del Diavolo.
Tutto prevedibile, tanto prevedibile che a un certo punto la tentazione di cambiar canale si faceva irresistibile. Un tema sviscerato sino alla nausea infinite volte, per giungere sempre e inevitabilmente alla medesima conclusione: i miracoli non sono materia di fede e ognuno è libero di credervi o meno senza incorrere nei rigori della Congregazione per la Dottrina della Fede.
E dire che Messori, questa volta, avrebbe avuto l’occasione di assestare agli increduli un colpo micidiale. Un’occasione che Odifreddi gli aveva maldestramente servito su un piatto d’argento e della quale, per ragioni che appaiono imperscrutabili, non ha voluto approfittare.
Dopo averci deliziato coi suoi soliti preamboli, grondanti di spocchia neopositivista, l’illustre imbonitore scientifico, portatore di verità stantie che la comunità scientifica più evoluta ha ormai relegato da tempo tra il ciarpame degli avi, ha giocato l’atout della citazione di Zola: “Crederei ai miracoli solo se mi dimostrassero che una gamba tagliata è ricresciuta. Ma questo non è avvenuto e non avverrà mai.”
Di che fare un balzo dalla poltrona sfregandosi le mani, dal momento che Messori è l’autore de “Il Miracolo”, edito da Rizzoli nel 1998, dove si parla proprio dell’unico caso accertato di un arto amputato e miracolosamente ricresciuto, quello del contadino Juan Pellicer, avvenuto nel villaggio aragonese di Calanda nella notte del 29 marzo 1640.
“Ora lo stende”, mi son detto, ostentando un sadico ghigno papista. E invece, con mio grande scandalo, Messori ha lasciato cadere la più ghiotta delle occasioni per confutare in maniera risolutiva il clamoroso errore dell’avvocato del diavolo.
Dopo aver cambiato canale, masticando irripetibili epiteti rivolti alla Penna Spuntata di Dio, ho cercato di capire la ragione del suo comportamento.
Il caso di Juan Pellicer, benché risalente a un’epoca segnata da un fideismo cieco, appare, grazie alle numerosissime e inconfutabili prove documentali e testimoniali esibite nel corso del processo istituito dal Tribunale Ecclesiastico della diocesi di Saragozza, immune da qualunque tentativo di presentarlo come una semplice mistificazione.
Decine di testimoni, tra i quali i chirurghi che amputarono l’arto e coloro che erano presenti la notte del miracolo e conoscevano benissimo la menomazione del Pellicer, dettero testimonianze univoche dell’accaduto, in grado di fugare ogni ombra di dubbio.
E allora, perché Messori, che pure ha dedicato al caso un volume di 253 pagine, ha taciuto? E perché di questo caso unico e incontrovertibile, che potrebbe essere risolutivo nella disputa intorno alla questione dei miracoli, la stessa Chiesa non si è mai servita con la forza che dovremmo aspettarci?
Forse la risposta ce la dà Pascal: “Dio ci vuol lasciare liberi”, non vuol darci prove inoppugnabili a sostegno della nostra Fede e lo stesso caso di Juan Pellicer, pur nella sua apparente certezza, potrebbe rivelare anche una semplice incrinatura, sufficiente a legittimare il dubbio. Non è sui miracoli, insomma, che si fonda la certezza della Fede ma sull’accettazione del mistero del Cristo morto e risorto per redimerci dai nostri peccati e consegnarci alla vita eterna.
E’ questo, forse, l’insegnamento che, spento sulle nostre labbra il sadico ghigno papista, dovremmo trarre dalla reticenza di Vittorio Messori.
Federico Bernardini
Illustrazione: Il miracolo di Calanda
Pingback: Piergiorgio Odifreddi in difficoltà di fronte ai miracoli di Lourdes | UCCR
Pingback: Odifreddi in difficoltà di fronte Lourdes | Volontari di Lourdes
federico bernardini ha detto:
Ottimo articolo. Vi ringrazio per la citazione.
Un cordiale saluto.
Federico Bernardini
Pingback: Calanda, il miracolo dei miracoli. Lo scandalo di Porta a Porta: Juan Pellicer, il miracolo della gamba ricresciuta | Escogitur.it
federico bernardini ha detto:
Alla Redazione di “Escogitur”: Vi ringrazio di aver incluso il mio articolo nella Vostra rassegna. Con grande stima vi porgo il mio più cordiale saluto. Federico Bernardini.
Claudio ha detto:
Il libro di Messori ha suscitato l’interesse di numerosi agnostici e razionalisti nonché di organismi scettici i quali hanno cercato una spiegazione scientifica dell’avvenimento di Calanda.
Sergio de Santis, del CICAP, nella sua recensione al libro si domanda come mai, un caso così “clamoroso” di miracolo che pare rispondere così bene all’affermazione di Anatole France sugli ex voto «Vedo tante stampelle, ma nessuna gamba di legno» sia stato completamente dimenticato dalla Chiesa per tre secoli e mezzo affermando che, forse, le prove “granitiche” presentate da Messori non sono poi così solide[1].
Luigi Garlaschelli, sempre del CICAP, ha avanzato l’ipotesi[2] che Miguel Juan Pellicer fosse un “falso invalido” che nascondeva la gamba tenendola ripiegata dietro la coscia; scoperto dal soldato che dormiva in casa, avrebbe inscenato il miracolo per non dover ammettere l’inganno. A sostegno Garlaschelli riporta le prime parole di Pellicer “miracolato” che furono “Padre mio, perdonatemi” invece di un più spontaneo “Miracolo! Miracolo!”. La situazione poi sarebbe sfuggita di mano alla famiglia che, una volta diffusasi la voce del miracolo con l’arrivo di testimoni e di incaricati della Santa Inquisizione ha dovuto continuare sulla stessa linea per non essere a sua volta condannata per frode. Questa ipotesi richiede che i chirurghi e gli infermieri dell’ospedale di Saragozza che eseguirono l’amputazione e che testimoniarono al processo abbiano confuso Pellicer con qualcun altro: Garlaschelli sostiene che in un grande ospedale, con moltissimi pazienti ricoverati ogni giorno, è improbabile che i sanitari, dopo oltre due anni, si ricordassero di un paziente fra tanti inoltre fa notare come Pellicer non si sia mai fatto vedere a Calanda con la gamba fratturata, ma pur dovendosi spostare tra Valencia e Saragozza e trovandosi Calanda lungo la strada ha preferito passare per Teruel. A sostegno dice anche che la gamba “riattaccata”, nei primi giorni, appariva come “magra, contratta, bluastra” proprio come se atrofizzata per un lungo inutilizzo.
Un’altra ipotesi è quella dello scambio di persona, per cui Miguel Juan Pellicer sarebbe stato sostituito da una persona a lui somigliante: Garlaschelli suggerisce che potesse trattarsi di uno dei suoi fratelli anche se, come precisa Messori, nessuno era gemello. Negli atti del processo comunque non viene citato nessuno dei sette fratelli di Pellicer, ma solo una sorella. (Wikipedia)
Mi sono limitato, colto dal dubbio della veridicità di questa faccenda, a fare una semplice ricerca, ed una delle fonti di informazione più autorevole ha riportato il risultato che ti ho sopra citato.
Io sinceramente non capisco perché dietro ogni caso di miracolo ci sia sempre ambiguità, non si è mai verificato un caso in cui qualunque critico abbia dovuto calare le armi!